
Recital
di e con Antonio Cornacchione
Ecco la presentazione del mio recital che si chiama così perché trattasi delle cose migliori esperite dalla mia mente nel corso di tutti questi anni di carriera.
continua a leggere Ecco l’analisi critico – pedagogica dei miei testi elaborata dallo psicologo da cui sono in cura (inutilmente): “Trattasi naturalmente di monologo perlopiù comico, con lievi venature poetiche, con alcune fasi concitate e drammatiche. La durata dello spettacolo dipende dal pubblico.. se lo prendono subito 5 minuti.. se riesce a scappare anche tutta la notte. Si tratta del suo secondo sforzo creativo. Infatti ha scritto due spettacoli, uno molto drammatico e uno molto comico, anche se è difficile distinguerli. Durante il suo primo sforzo creativo gli si ruppero alcuni capillari” Aggiungo io: Hanno detto di me: chiudi lettura
Grazie Professore.
Da una attenta analisi dei miei testi si può capire che i pezzi comici nascono dall’osservazione quotidiana, pomeridiana o serale.. questo dipende dall’ora in cui osservo.
Si, perché la mia specialità è l’osservazione. Ci sono giorni che osservo dalla mattina alla sera. Una mattina osservando gli scavi della metropolitana in compagnia dei maggiori autori comici del momento – al momento disoccupati- mi sono detto:
“ Perché non produco una comicità minimalista che assurga spesso a interessanti livelli di satira sociale?”
Detto fatto. Da quel giorno gli operai della metropolitana hanno perso un affezionato spettatore.
I suoi monologhi fotografano il disagio di essere in qualche modo contro in una società sempre più uguale e omologata!
Se lo dicono loro! mah…
Antonio Cornacchione
D.E.O. ex MACCHINA
Olivetti … un’occasione scippata
di e con Antonio Cornacchione
collaborazione ai testi Massimo Cirri
scenografia e video mapping Alessandro Nidi
collaborazione all’ideazione e regia: Giampiero Solari
Con il patrocinio di
Associazione Archivio Storico Olivetti
Olivetti spa
CSC – Archivio Nazionale Cinema Impresa
produzione Amicor Sas
continua a leggere La vera storia della D.E.O. raccontata da uno che non c’era, che sarebbe diventato impiegato Olivetti dopo e Cornacchione poi. “Durante gli anni impiegatizi passati alla Olivetti ho sentito favoleggiare a lungo della sua Divisione Elettronica e dei giovanissimi ricercatori coordinati da Tchou. La voce più insistente era quella che li voleva tutti matti, una via di mezzo tra Archimede Pitagorico e Jim Morrison! Ho fatto le mie ricerche: sì, lo erano!” Cornacchione ripercorre la storia della D.E.O., dagli entusiasmanti anni di Barbaricina fino ad arrivare alla situazione attuale frutto delle varie ristrutturazioni aziendali degli anni passati. Alcuni rami sono vivi e vegeti e addirittura rilanciati nel campo informatico, altri sono morti o finiti in mani poco onorevoli … perché, come dice il saggio, solo conoscendo il passato si può capire il presente. Presentazione di Antonio Cornacchione. Alcuni studiosi affermano che il nostro Paese ha perso la sua capacità produttiva in settori industriali nei quali negli anni 60 era all’avanguardia. È il caso dell’informatica o della chimica. Dice il saggio: Solo conoscendo il passato si può capire il presente. Infatti: i politici di oggi parlano di disoccupazione e cervelli in fuga. Ma queste cose sono frutto delle scelte politiche di allora. Prendiamone atto per non correre il rischio di diventare una colonia industriale di altri paesi. Nota a margine. Il capo del centro ricerche Olivetti era un Cinese naturalizzato Italiano che aveva fatto gli studi in America. I ricercatori da lui assunti erano Italiani, Inglesi, Canadesi. Tutti insieme hanno ottenuto risultati eccellenti nel campo della innovazione elettronica Mondiale. chiudi lettura
Hanno ragione. Non c’è bisogno di studiare molto per vedere una realtà che è sotto gli occhi di tutti.
Oggi quasi tutti i politici promettono assegni in bianco a fine mese, ma nessuno parla di rilancio della nostra Industria e della necessità di una seria incentivazione alla ricerca.
Basterebbe prendere esempio da Adriano Olivetti che già a metà degli anni 50 (quando per molti italiani persino il Televisore era un oggetto misterioso) fece nascere a BARBARICINA, in provincia di Pisa, il primo centro di ricerca elettronica la cui attività sarebbe servita per progettare il primo calcolatore elettronico poi costruito interamente in Italia.
Di questo centro di ricerca ho sentito favoleggiare per anni durante i miei anni impiegatizi passati alla Olivetti: si raccontava che fossero dei ricercatori giovanissimi scelti personalmente dal capo della Divisione Elettronica, il cinese Mario Tchou.
C’erano matematici, ingegneri, periti elettronici e meccanici. Provenivano da tutta italia, lombardi, romani, napoletani, ma anche dal resto del mondo. Quindi inglesi, canadesi, americani e così via. Ma la voce più insistente era quella che li voleva tutti matti. Una via di mezzo tra Archimede Pitagorico e Jim Morrison! Ho fatto le mie ricerche e non posso fare altro che confermare la voce: Si, Lo erano!
L’atmosfera che si respirava nella villa, sede del centro ricerche, era del tutto anticonvenzionale. In assoluta controtendenza rispetto alla rigidità della vita in fabbrica di operai e impiegati. Possiamo dire che il Centro ricerche Olivetti di Pisa anticipava la mistica del Garage di Steve Jobs (forse Steve si è ispirato alla OLIVETTI?).
Dalla esperienza di BARBARICINA nascono, alla fine degli anni ’50 i primi calcolatori italiani della serie ELEA. le cui applicazioni future non erano nemmeno prevedibili. Effettivamente, più che la Scienza ci sarebbe voluta la Chiaroveggenza! Uno di questi viene regalato al Ministero del Tesoro… (unico caso di Privato che sovvenziona lo Stato) Ma soprattutto nasce il Primo calcolatore da tavolo al Mondo: la P101 chiamata affettuosamente Perottina, dal nome del suo inventore, Pier Giorgio Perotto. La macchina viene presentata alla fiera di New York del 1965. Gli americani sono entusiasti. I dirigenti OLIVETTI meno. Dicono che una macchina così non abbia mercato. Come i ferrovieri che, alla vista della prima automobile, dissero: NON FUNZIONA! NON SOSTITUIRA’ MAI IL TRENO!
Così OLIVETTI non approfitta della posizione di monopolio in cui si è venuta a trovare e lascia campo libero alla concorrenza agguerrita di americani e inglesi.
Questo spettacolo vuole raccontare, con le dovute libertà narrative, la storia della Divisione Elettronica Olivetti dai primi anni entusiasmanti di BARBARICINA, alla vendita della Divisione elettronica agli Americani (con il colpevole disinteresse dei governanti di allora), alla situazione attuale, frutto delle ristrutturazioni che si sono susseguite negli anni con la vendita di alcuni rami della OLIVETTI a una serie infinita di società per poi finire in mani poco onorevoli, mentre per fortuna la parte più cospicua è ancora attiva nel campo dell’elettronica.
Conosceremo i ricercatori eroici che portarono l’elettronica Italiana a competere nel mondo. Parleremo di Adriano Olivetti, Mariano Rumor, e altri protagonisti dell’epoca.
Racconterò di mie esperienze alla OLIVETTI, le mie MEMORIE DI UN IMPIEGATO.
La loro esperienza può essere da esempio positivo per tutti quelli che oggi parlano di fallimento del multiculturalismo?
Noi siamo voi
Votatevi!
di e con Antonio Cornacchione e Sergio Sgrilli
consulenza drammaturgica e regia Renato Sarti
musiche originali Sergio Sgrilli
Noi siamo per la gente, con la gente e in mezzo alla gente. Capito gente? Noi siamo voi e voi siete noi. Insomma, decidiamo insieme chi siamo?
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